Azione. data scadenza 3 giorni articolo Corporate - Consulenza Aziendale

Se decidiamo di fare qualcosa, non lasciamo passare 3 giorni senza aver iniziato.

Quante volte abbiamo avuto idee brillanti e interessanti… Quante volte siamo stati attraversati da un brivido di emozione mista a entusiasmo nel pensare a un nuovo progetto, a un obbiettivo ambizioso da raggiungere…

Quando ci capitano questi momenti di creatività, ci sentiamo bene; siamo carichi di energia e ci elettrizziamo nell’immaginare i risultati della nostra attività. Sembra che nulla possa fermarci e siamo pervasi da un alone di serenità e ottimismo.

Poi arriva la sera e andiamo a dormire. Il giorno successivo, la sveglia ci riporta alla realtà quotidiana e ognuno di noi viene risucchiato da tutti gli impegni della giornata.

Il lavoro ci richiede molto tempo e molte energie; poi c’è la famiglia, i bambini da andare a recuperare a scuola o presso qualche centro sportivo, i genitori da andare a trovare; forse ci ritagliamo anche il tempo per la palestra o per un aperitivo con gli amici… guardiamo l’orologio e vediamo che, se non diamo un colpo di acceleratore ai nostri movimenti, probabilmente quella sera non si cena: dobbiamo ancora passare al supermercato e anche preparare qualcosa di commestibile.

Dopo cena non abbiamo ancora finito perché vogliamo trovare le energie per giocare con i nostri figli o parlare con nostro marito o nostra moglie. E poi, un po’ di meritato riposo.

È inutile descrivere le giornate successive perché la lettura potrebbe diventare noiosa.

Trascorrono così cinque giorni, sino a quando, il venerdì sera, rilassati e soddisfatti per la consapevolezza di aver terminato un’intera settimana, ci torna alla mente quel pensiero bizzarro che tanto ci aveva entusiasmato la domenica precedente.

“In effetti è proprio una cosa che dovrei fare. Potrebbe essere un progetto importante per il mio team. Potrebbe rappresentare la svolta per la mia situazione professionale ed economica. Potrebbe essere la realizzazione del sogno della mia vita…”.

Ci fermiamo a pensare e sorridiamo, nuovamente lambiti da quella corrente di tepore e dolcezza che ci aveva già accarezzato la settimana prima. È una sensazione piacevole, meno aggressiva e urgente di quando l’avevamo provata la volta precedente, in grado comunque di farci provare uno stato di benessere e di farci sognare a occhi aperti immaginando la situazione. Questa volta siamo convinti: dobbiamo assolutamente buttarci in questa impresa!

Dopo un mese

È passato un mese da quella domenica pomeriggio in cui, per la prima volta, la nostra creatività è stata in grado di immaginare un traguardo da cui ci siamo sentiti subito attratti.

È stato un mese di grande lavoro e di importanti impegni che hanno assorbito tutta la nostra capacità di azione e di concentrazione. Fortunatamente, ogni tanto siamo riusciti a fermarci e a ritagliarci un esiguo spazio mentale e temporale per pensare al nostro progetto.

È proprio un’idea brillante, siamo sicuri che ci porterebbe grandi soddisfazioni; certo, valutandola con attenzione, ci rendiamo conto che non è così semplice realizzarla: serve tempo, denaro, energie, competenze; bisognerebbe cercare nuove risorse, sviluppare esperienze e competenze, cercare e acquisire metodi e strumenti di cui noi siamo carenti per poter concretizzare ciò che la nostra mente ha per ora solo ideato in termini teorici.

Appena avremo definito tutte le condizioni necessarie, di sicuro faremo qualcosa.

Intanto passa il tempo, e l’idea, come un bel quadro buttato su una strada sotto la pioggia, sbiadisce lentamente, perde i contorni e la lucentezza delle tinte; non ha più personalità né fascino e continua nel suo processo di deterioramento sino a quando diventa un’incomprensibile, assurda accozzaglia di colori annacquati appena in grado di muovere a pietà l’animo di un eventuale passante che, per non infliggere ulteriori ferite alla tela, la evita girandoci attorno.

Ormai, di quell’idea non è rimasto che un mesto fantasma che si aggira sconsolato all’interno del nostro cervello e, talvolta, stanco e disperato, prova a bussare alle porte della nostra coscienza.

Qual è la tua esperienza?

È una situazione che senti molto distante dalla tua realtà? Bene! Vuol dire che sei una persona che, quando ha un’idea, non perde tempo e la mette subito in opera.

Se invece, durante la lettura, hai ritrovato alcune delle situazioni talvolta vissute, è meglio se ti fermi a riflettere sulle implicazioni che questo tipo di comportamento ha per la tua felicità e la tua realizzazione personale e professionale.

I progetti non si realizzano da soli; non possiamo sperare di addormentarci alla sera e svegliarci al mattino con i nostri sogni realizzati. Non solo è impossibile, ma darebbe anche poca soddisfazione. Forse, una volta nella vita, un miracolo simile potrebbe anche far piacere; ma se questa fosse la normale modalità con cui si raggiungono gli obbiettivi, non si potrebbe neppure parlare di veri e propri obbiettivi.

Il miracolo dell’idea

Il miracolo è nell’idea che ci è nata, nella creazione a cui, a livello concettuale, siamo stati in grado di dare vita. Questo è l’aspetto straordinario della nostra potenza intellettuale e spirituale: riuscire a concepire dal nulla qualcosa di nuovo.

Troppo raramente diamo il giusto valore a questo aspetto; siamo talmente abituati a godere della nostra capacità divina di creare pensieri che siamo convinti sia normale. No, non è normale; è straordinario, è miracoloso. E invece, frequentemente noi diamo poco ascolto alle nostre idee, tutti presi dalla frenesia delle nostre attività quotidiane, e le abbandoniamo senza dedicare loro che qualche minuto di attenzione.

Affinché le nostre idee, i nostri progetti, i nostri obbiettivi, i nostri sogni possano trasformarsi in qualcosa di concreto, dobbiamo predisporci a rendere possibile il passaggio da “realtà-idea” a “realtà-concreta”.

Com’è possibile questo passaggio? Attraverso l’azione.

Dall’idea all’azione

Quando pensiamo di costruire o far accadere o sviluppare qualcosa, sia esso un prodotto materiale o intellettuale, stiamo facendo la parte più impegnativa perché è il momento della creazione vero e proprio. È il momento in cui attiriamo e facciamo convergere tutte le energie necessarie affinché quell’idea nasca. È questo un passaggio meraviglioso e straordinariamente entusiasmante.

Tuttavia non basta. Bisogna fare. Fare qualcosa; quello che è necessario per rendere concreta l’idea. È il momento di messa in moto, quello in cui dobbiamo veramente fare ricorso a tutta la forza e a tutta l’energia che siamo stati in grado di attrarre attraverso il nostro pensiero; è il momento in cui si deve passare da uno stato di inerzia a uno di attività e quindi c’è maggiore bisogno di forza propulsiva.

Quando siamo in grado di trovare tutta questa forza? Quando l’idea è tremendamente potente, urgente, entusiasmante e coinvolgente; cioè quando l’idea è appena nata. Ecco perché è importante dare subito inizio all’attività, possibilmente nei tre giorni immediatamente successivi alla nascita dell’idea.

La regola delle 72 ore

Trascorse 72 ore da quando abbiamo creato l’idea, la possibilità che diamo concretamente seguito a quanto ha già preso vita nella nostra mente diminuisce; e diminuisce sempre più, a mano a mano che passano le ore e i giorni.

Avremo perso la possibilità di vedere i risultati del nostro processo creativo, saremo un po’ meno felici e, con il passare degli anni, perseverando in un susseguirsi di idee nate ma non concretizzate, rischieremo di trovarci tra quella folta schiera di delusi e frustrati che continuano a dire: «Avrei potuto…».

Perciò, quando hai un’idea, non esitare. Provaci, provaci subito. Anche se ti sembra difficile, anche se ti sembra improbabile, anche se gli altri ti scoraggiano, anche se tu stesso ti senti piccolo di fronte alle dimensioni del tuo stesso progetto.

Se le grandi persone di tutta la storia dell’umanità non avessero avuto un atteggiamento di questo tipo nel portare avanti le loro idee, saremmo ancora molto indietro nel nostro percorso di sviluppo e di progresso in ogni ambito della vita civile.

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