Dallautostima allefficacia articolo Corporate - Consulenza Aziendale

Autostima e autoefficacia, due termini talvolta usati erroneamente come sinonimi.

Possiamo dire che siano tra loro correlati, ma che facciano riferimento ad ambiti diversi delle caratteristiche di una persona.

L’autostima riguarda giudizi di valore personale, mentre l’autoefficacia si riferisce a giudizi di capacità personale. Non esiste una correlazione definita fra convinzioni circa le proprie abilità e il fatto di essere soddisfatti o meno di sé.

Certo è che se e quando pensiamo di valere poco è difficile che riusciamo a convincerci di essere in grado di portare a casa qualche successo.

Partire dall’autostima

Una delle più conosciute definizioni dell’autostima la indica come un “insieme di giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso”.

Nell’autostima si possono individuare tre elementi specifici:

  • la capacità di una persona di osservarsi e di conoscersi;
  • la capacità di una persona di esprimere valutazioni di carattere generale su se stessa;
  • la possibilità e la capacità di una persona di formulare valutazioni positive e negative su ciò che osserva di se stessa.

L’autostima può essere costruita giorno dopo giorno, attraverso alcune strategie di pensiero.

Infatti, l’autostima di una persona non si crea soltanto attraverso l’analisi dei fattori interni, ma è anche il risultato di alcuni confronti che la persona fa, consapevolmente o no, con il contesto in cui vive.

Nel processo di formazione dell’autostima entrano in gioco due elementi: il sé reale e il sé ideale.

Il sé reale è una visione oggettiva di sé e delle proprie caratteristiche.

Il sé ideale è come la persona vorrebbe essere.

L’incontro tra queste due dimensioni genera il livello di autostima. Più queste due immagini si sovrappongono, più il livello di autostima è soddisfacente, più c’è divario tra come ci si percepisce e come si vorrebbe essere, minore è il livello di autostima.

Ciò significa che avere grandi ideali e voler diventare una persona molto migliore di come si è abbassa drasticamente l’autostima? Non è detto.

Si può puntare molto in alto; l’importante è accettare se stessi già da subito, con i nostri punti forti e le nostre aree di miglioramento. Sapere bene su quali ambiti si vuole crescere e scegliere obbiettivi raggiungibili e realistici è il passo successivo.

Quando l’autostima è forte non significa essere presuntuosi e arroganti, pensando di essere migliori e superiori a tutti gli altri. Significa invece avere una visione obbiettiva di sé, accogliersi per come si è pur perseverando in un continuo percorso di miglioramento.

Le persone con alta autostima sono aperte agli altri e al contesto in cui si confrontano; sono predisposte all’accoglienza del nuovo e sono desiderose di imparare, di crescere, di sperimentare e di mettersi costantemente in gioco e in discussione.

Al contrario, una bassa autostima, a differenza di quanto si potrebbe pensare, porta le persone a chiudersi e a tendere alla critica distruttiva, non solo verso se stesse, ma anche verso gli altri e ciò che le circonda. Sono poco motivate alla crescita e all’impegnarsi per migliorare perché ritengono che non ci siano grandi margini per ottenere tali risultati.

E poi c’è l’autoefficacia

Secondo lo psicologo canadese Albert Bandura, l’autoefficacia è “la fiducia nelle proprie capacità di escogitare le strategie che consentono di affrontare nel modo ottimale qualsiasi evenienza”.

Il livello di autoefficacia dipende da alcune variabili:

  • l’esito positivo di precedenti situazioni problematiche affrontate;
  • le cosiddette “esperienze vicarie”, cioè l’aver visto altre persone uscire vittoriose da contesti personali difficoltosi;
  • le autopersuasioni positive;
  • lo stato di benessere successivo al superamento di prove importanti e impegnative;
  • la capacità di immaginarsi vincenti di fronte a prove complesse e importanti.

È chiaro che, ad esempio, è difficile riuscire a immaginarsi vincenti quando si ha di sé una valutazione negativa e, quindi, un’autostima molto bassa.

Anche l’autoefficacia può essere sviluppata; talvolta è necessario intervenire prima sul livello di autostima per interrompere un possibile circolo vizioso che non permette neppure di avvicinare un progetto o accogliere una sfida.

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