La prima vera rivoluzione nella storia dell’uomo? Il fuoco. La seconda vera rivoluzione nella storia dell’uomo? La ruota. E la terza? La relazione e l’avvento di internet e del web.
L’ansia di scoprire di uscire di casa senza smartphone, l’avete mai provata? Quella sensazione di sentirsi “non a posto”, quasi nudi. Nelle introduzioni dei corsi sull’utilizzo dei social network sembrano confermare questo assunto: dall’osservazione dei nostri comportamenti e atteggiamenti, si tratta di una rivoluzione che è entrata nelle maglie di tutto il tessuto sociale e non c’è aspetto della nostra vita che non sia stato modificato dal web. Questo in particolare grazie anche alla diffusione di tutto ciò che è mobile, dallo smartphone al tablet e ad altri dispositivi trasportabili.
Cambia la tecnologia, ma vi sono alcuni bisogni fondamentali nell’essere umano che si mantengono costanti nel tempo e, fra queste, la relazione, la necessità di comunicare: nell’agorà o nella piazza o al caffè, attraverso una lettera o una cartolina o un telegramma, poi una telefonata, un’email o i social network, tutto questo conferma l’essenziale bisogno di contatto che ci caratterizza. Non cambia la sostanza ma le forme si evolvono.
Se questo riguarda l’interezza del tessuto sociale, riguarda anche l’esperienza di relazione fra aziende e consumatori, i propri clienti, i propri user, un’esperienza ormai da tempo non più a senso unico azienda –> cliente, bensì ormai trasformatasi in interazione: da qui nasce un vocabolario nuovo che descrive nuove tendenze ed inevitabili cambiamenti.
Si parla infatti di content marketing e generazione C, laddove la C significa costantemente connessa e generatrice di contenuti, buzz marketing e viral marketing (attualizzazione del passaparola attraverso strumenti informatici), di peer-to-peer, espressione che, nata per definire un architettura logica di rete informatica i cui nodi “non sono gerarchizzati unicamente sotto forma di client o server fissi, ma sotto forma di nodi equivalenti o paritari verso gli altri nodi terminali (host) della rete.” (fonte: Wikipedia), oggi viene utilizzata per definire un addestramento fra pari, anche fra aziende e clienti, e più in generale fra persone.
La rivoluzione del Web 2.0 sembra essere proprio la relazione e questa idea di comunità e, più ancora il fenomeno del “real time web”, un’ulteriore evoluzione della rete attraverso blog, social network, messaggistica istantanea in tutte le sue forme e condivisione (sharing) dei contenuti.
Proprio partendo da queste osservazioni, Luca De Felice nel suo libro “Marketing conversazionale” edito da Gruppo Sole24ore, attribuisce appunto a tutto questo fenomeno l’attributo di marketing conversazionale, poiché player come Twitter, Facebook, Instagram, Pinterest ed altri social e la comunicazione istantanea, continua e in tempo reale, non solo hanno creato nuovi paradigmi nell’ambito della cultura, ma hanno generato nuovi modi di comunicare, anche tra azienda e cliente.
Incredibilmente i “mercati diventano conversazioni” e per le aziende è molto importante la relazione, esserci e partecipare, intervenire, confrontarsi e dedicare tempo e risorse per costruire di relazioni ad alto valore aggiunto con le persone interne ed esterne all’azienda.
La riprova sociale digitale sarà sempre di più una leva decisionale e quindi sempre più importante per le aziende comprenderne il potenziale.
Sempre Luca De Felice introduce di fianco alla piramide di Maslow, che in una pubblicazione del 1954 definisce la gerarchia dei bisogni e delle necessità nella vita dell’uomo in generale, l’interessante piramide di Cosma che ha come fulcro la vita digitale.
Parallelismi neanche troppo contraddittori.
Nuovi linguaggi per le aziende, nuove opportunità, nuove azioni e vecchi temi come la capacità di ascoltare, di conversare e di relazionarsi.