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Stress, ansia, stanchezza cronica, sono tutte emozioni e stati d’animo che sempre più spesso vengono usati per descrivere come ci si sente.

Il ritmo della vita, i sempre maggiori impegni, le scadenze, le aspettative nostre e degli altri nei nostri confronti, la complessità delle situazioni ci portano a sentirci talvolta sopraffatti e stanchi. In quei casi, vorremmo poter fermare la giostra per scendere e saltare un giro.

Ciò non è quasi mai possibile, o almeno così ci sembra. Succede quindi che il riposo notturno non è più sufficiente a recuperare tranquillità ed energie, anche perché talora questo non è qualitativamente o quantitativamente adeguato.

E così, il rischio è di venire risucchiati in un giro vizioso che si autoalimenta. Come invertire la tendenza?

Non esistono ricette magiche; sicuramente, può essere utile iniziare dalla consapevolezza di cosa si sta provando e assumere qualche abitudine virtuosa.

Stress e ansia: vicini ma diversi

Talvolta si utilizzano questi due termini quasi fossero sinonimi, in quanto possono manifestarsi con sintomi molto simili.

In realtà, sono due stati d’animo che si riferiscono a cause opposte, anche se l’ansia, molte volte, è una conseguenza dello stress.

Lo stress si riferisce al passato. Si è sotto stress perché è successo qualcosa, o perché non è successo qualcosa, perché si è sommersi (o almeno quella è la percezione) da carichi di lavoro ingestibili, perché si è frustrati di fronte a una determinata situazione in cui si sta vivendo, e per altre innumerevoli cause.

L’ansia si riferisce al futuro. È una sorta di paura, di tensione, di inquietudine per qualcosa che non è ancora successo. Si è in ansia per una risposta che si sta aspettando, per una attività da intraprendere, per una scadenza futura. Un forte stato di stress può causare stati d’ansia.

Quindi, non cadere vittime dello stress è garanzia di non provare mai ansia? Non è detto. Certo è che se non si è vittime dello stress, il futuro ha connotazioni meno negative.

Le conseguenze dello stress

Lo stress può avere ricadute importanti a livello fisico, psicologico e comportamentale.

A livello fisico può portare a malattie cosiddette psicosomatiche come la gastrite, le tensioni della zona cervicale, il mal di testa, sino all’ipertensione e altri problemi fisici, a volte anche gravi.

A livello psicologico, abbiamo già detto come lo stress possa causare stati d’ansia, di sconforto, di apatia; ci si può sentire costantemente stanchi o irritabili, inquieti o demotivati. E la lista potrebbe continuare.

A livello comportamentale, lo stress può essere la causa di alcune disfunzioni alimentari, oppure può influire sulla qualità e la quantità del sonno, può acuire alcune dipendenze (fumo, alcol, gioco, etc.), può anche rendere difficili le relazioni interpersonali.

Questo elenco, sebbene purtroppo non sia per nulla esaustivo, porta subito a pensare che è meglio evitare lo stress.

Come riuscirci? Come già detto, non esistono soluzioni adatte per tutti e per ogni situazione. Qui ci limitiamo a dare qualche consiglio.

Dire qualche no e bandire i sensi di colpa

Qualche volta non si può dire “no”, ma qualche volta invece se ne ha facoltà. Può essere sufficiente pensare che il mondo ha girato per milioni e milioni di anni anche prima del proprio arrivo e, perciò, non è detto che la propria presenza sia sempre assolutamente indispensabile. E questo principio vale nel lavoro come in famiglia.

Può essere utile, per riuscire in questa missione, non farsi prendere dai sensi di colpa e non cadere vittime dei ricatti psicologici di chi si aspetta a ogni costo l’aiuto o il supporto richiesto.

Non significa che per non provare stress sia necessario e sufficiente vivere circondati da una bolla di egoismo assoluto; significa non soccombere in nome del benessere di tutti gli altri.

Creare delle routine virtuose

Può essere al mattino, o durante la pausa pranzo, o alla sera, l’importante è ritagliare uno spazio per se stessi per fare qualcosa che fa stare bene. Un po’ di attività fisica (anche solo una passeggiata), dedicarsi a un’attività di svago qualsiasi, stare a contatto con la natura, o qualsiasi altra cosa che aiuta a sentirsi bene, in armonia col proprio corpo e la propria mente.

Ciò che più conta è che questo momento non deve essere ciò che si fa quando proprio non si ha più niente da fare, altrimenti non lo si farà praticamente mai.

Focalizzarsi su un compito o un argomento alla volta

Ciò che spesso crea stress è cambiare continuamente il focus dell’attenzione. Il cervello si stanca, l’attenzione è sollecitata in modo poco costruttivo, il rischio di errori aumenta e il senso di frustrazione per la poca efficienza del lavoro svolto non è certo d’aiuto.

È molto meglio pianificare prima, in modo coerente con le priorità degli impegni, e poi dedicarsi in modo focalizzato a ciò che si è deciso che ha la priorità più alta.

Lasciare libere le righe dell’agenda

Un’agenda riempita sino all’inverosimile, in cui si prevede di passare da un impegno all’altro con scarti di neppure un minuto, è un’agenda destinata a fallire miseramente.

Nella vita non si può pianificare la giornata al minuto; è impossibile immaginare cosa si farà minuto per minuto, e poi ci sono gli inconvenienti, gli imprevisti, gli errori… un’agenda troppo piena è solo fonte di stress e sensi di colpa.

Non confondere lo stress con la stanchezza

Se alla sera, dopo una giornata piena e intensa, si è stanchi, è importante essere consapevoli che la sensazione che si prova probabilmente non è stress, è solo una sana e fisiologica stanchezza che, dopo lo svago e il riposo, scompare in modo naturale.

Bisogna fare attenzione alle parole che si usano per descrivere come ci si sente, attribuirsi stati di malessere o patologie quando in realtà non è così, non fa bene né al corpo né alla mente.

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