Ci sono giorni “wow!” e ci sono giorni “insomma”. La differenza non la fa soltanto ciò che succede a noi o intorno a noi; la differenza la facciamo anche e soprattutto noi, tant’è che molte volte, a stimolo esterno uguale corrispondono reazioni e stati emotivi diversi.
Cos’è allora che ci fa stare bene o male nella nostra vita?
Molto dipende da come ci percepiamo e da cosa raccontiamo a noi stessi su di noi, sulle altre persone e sul mondo intorno a noi.
L’autoefficacia
Se cerchiamo il significato del termine autoefficacia, troviamo all’incirca questa definizione: “capacità di generare azioni in grado di orientare competenze, potenzialità e abilità cognitive, emozionali e comportamentali in modo efficiente verso risultati specifici”.
L’autoefficacia è perciò quella abilità che ci aiuta in modo concreto ad arrivare ai nostri traguardi. Essere autoefficaci non significa soltanto credere che ce la faremo; significa anche porre in essere decisioni, scelte, azioni e comportamenti tra loro coordinati e convergenti verso uno stesso obbiettivo.
I due più importanti elementi dell’autoefficacia sono l’autostima e la chiarezza degli obbiettivi.
Gli obbiettivi
Di obbiettivi se ne parla tanto, si diventa quasi noiosi. Eppure, nonostante la tanta teoria, ancora troppo spesso si vedono obbiettivi strutturati male. Purtroppo, non è solo un problema di forma, è una questione di sostanza. Se un obbiettivo non è ben definito, sarà più difficile raggiungerlo; ciò provocherà stati di frustrazione e di delusione che si ripercuoteranno sul livello della nostra autostima ed autoefficacia.
Le caratteristiche di un obbiettivo ben formulato sono 5.
Specifico. L’obbiettivo deve essere chiaro e concreto. Rileggendo un obbiettivo non possiamo trarne un senso di indeterminatezza; un obbiettivo vago è difficile da raggiungere e, inoltre, non crea neppure la giusta motivazione.
Misurabile. Per poter avere indicazioni chiare sui progressi verso l’obbiettivo, questo deve poter essere misurato. La misurazione ci fornisce immediatamente informazioni indispensabili sui nostri progressi.
Ambizioso. Un obbiettivo deve rappresentare una sfida, deve portarci a una crescita, a un miglioramento. Il fatto stesso che siamo concentrati su obbiettivo ci deve già porre in una situazione di evoluzione e di sviluppo.
Realizzabile. Se è vero che un obbiettivo deve essere ambizioso, è anche vero che deve essere raggiungibile. Inseguire miraggi è inutile e frustrante.
Tempificato. È indispensabile che l’obbiettivo abbia una scadenza; è inutile che ci poniamo traguardi misurabili se poi non decidiamo quando sarà necessario procedere all’ultima verifica per stabilire se abbiamo avuto successo oppure no.
L’autostima
Secondo la definizione della psicologa Alessandra Battistelli, l’autostima può essere rappresentata come “l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di se stesso”.
È cioè la stima (quindi la valutazione) che facciamo di noi, sotto ogni punto di vista. Avere un positivo grado di autostima non significa pensare di essere i più intelligenti, i più simpatici, i più belli, i più colti… E potremmo andare avanti con un elenco infinito di aggettivi straordinariamente entusiasmanti; significa essere consapevoli di chi siamo e accettarci per quello che siamo, volendoci bene, pur con la tensione alla continua crescita, bilanciata dall’analisi oggettiva delle nostre potenzialità.
Quando il rapporto con noi stessi è sano e positivo, siamo sereni, in equilibrio. Non sentiamo il bisogno di imporci sugli altri per dimostrare ciò che noi siamo, e neppure siamo portati a nasconderci o ad autoescluderci perché non ci accettiamo per quello che siamo.
L’autostima è fondamentale per avere una buona autoefficacia in quanto ci permette di sfruttare appieno le nostre potenzialità e le nostre qualità, con l’impegno a migliorare gli aspetti che sappiamo avere margini di crescita e sviluppo.
Quando saremo perfetti?
A questa domanda si potrebbe rispondere: “Mai”; oppure si potrebbe rispondere anche: “Lo siamo già”.
Tutto dipende dal nostro punto di vista. La perfezione è un concetto astratto al quale possiamo dare valenze diverse. Pensare che siamo perfetti già ora può voler dire che siamo grati e soddisfatti di essere chi siamo. Ciò non toglie che possiamo (e forse potremmo dire “dobbiamo”) evolvere e migliorarci continuamente.
Tuttavia, possiamo già oggi essere contenti delle persone che siamo, consapevoli che, per diventare la versione migliore di noi, dobbiamo sempre partire da noi, che siamo l’unico fulcro su cui abbiamo il potere di agire.
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