Generazioni a confronto BLOG 1 - Consulenza Aziendale

Le aziende stanno affrontando un cambio generazionale molto impegnativo.

Non si tratta soltanto di incontrare persone con età più bassa, poca esperienza professionale e ottimi percorsi accademici; chi si sta affacciando nel mondo del lavoro ha valori, aspettative, stili di vita, modalità di apprendimento e di relazione profondamente diverse.

Le aziende sono preparate, oggi, ad accogliere queste nuove Risorse in modo produttivo per tutti?

Le scelte e le realtà organizzative delle aziende sono adeguate a creare relazioni a valore aggiunto con questi nuovi collaboratori?

C’è bisogno di rinnovare le culture aziendali per potersi garantire un futuro capace di rispondere alle aspettative e alle esigenze dei collaboratori e dei clienti delle nuove generazioni?

Generazione sfortunata

La medaglia ha anche un’altra faccia. La generazione di chi si sta avvicinando ai sessant’anni, o li ha già superati, si sta avviando al momento del pensionamento con un passo reso pesante dall’avvilimento della consapevolezza di non essere più utile.

I sessantenni di oggi hanno vissuto la frustrazione, da giovani, di essere “l’ultima ruota del carro” perché gli anziani di allora godevano di grande prestigio e considerazione; ora, che sarebbe il loro turno di interpretare il ruolo del “vecchio saggio”, si sono visti mettere da parte come Risorse non più al passo coi tempi e non più meritevoli di investimenti per adeguare la loro competenza tecnica alle nuove tecnologie e ai nuovi processi.

Ci si trova così con un numero considerevole di collaboratori, di solito potenziali apportatori di grande esperienza, che invece non esprimono fino in fondo il valore che potrebbero di fatto mettere ancora a disposizione.

Bambini prodigio senza prodigi

I giovani fanno fatica a integrarsi. Parlano poco e comunque lo fanno usando una lingua non da tutti conosciuta.

Sono stati abituati a interagire con la tecnologia, invece che con le persone; la scuola non ha insegnato loro a parlare e a scrivere; hanno superato esami e prove rispondendo il più delle volte a test a risposta multipla. Manca quindi loro la capacità di argomentare, di dibattere, di gestire un’obiezione, di porre domande. Hanno ottime conoscenze tecniche e specialistiche, le quali, però, una volta dentro a un meccanismo complesso come quello di un’azienda grande, magari una multinazionale, non permettono loro di raggiungere un livello di performance soddisfacente.

Se poi l’azienda è una banca, dove è previsto un importante e continuo rapporto relazionale con la clientela esterna, molte volte si scoprono profili inadeguati anche tra giovani con un curriculum vitæ di tipo scolastico di altissimo livello.

I problemi possono essere opportunità

La situazione è così grave? Sicuramente è degna di attenzione e di scelte lungimiranti.

Due generazioni che, per motivi diversi, stanno affrontando delle difficoltà, possono diventare reciprocamente preziose se messe in condizione di contaminarsi e di completarsi a vicenda.

È importante per le imprese investire nella crescita e nello sviluppo delle Risorse giovani e, contemporaneamente, attivare percorsi di valorizzazione delle Risorse Senior che, anche se con qualche lacuna tecnica, possono – e molto spesso vogliono – contribuire ancora al successo della loro azienda.

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