Per abitudine e cultura, spesso si pensa di dover costantemente scegliere, di non poter permettersi il lusso di cogliere tutte le opportunità.
Anche nell’ambito della crescita e dello sviluppo delle persone, capita di sentire riflessioni, e talvolta dibattere su questo tema. “Molto più utile l’esperienza, porta più risultati tangibili che, inoltre, si vedono subito”; “Molto più importante la formazione; permette un vero percorso di evoluzione”.
E se fosse possibile non dover rinunciare ad alcunché?
In che modo abbiamo imparato da bambini? Come ci siamo abituati a sviluppare le competenze e le capacità? Come abbiamo allenato le nostre attitudini e i nostri talenti? Come abbiamo superato le nostre difficoltà?
Soprattutto all’inizio della nostra vita, abbiamo imparato quasi esclusivamente per emulazione; non sapevamo leggere e scrivere, non padroneggiavamo il nostro linguaggio, le nostre capacità cognitive erano ancora in fase di sviluppo. Non ci rimaneva altra soluzione che osservare e imitare. Ed è stato estremamente utile.
Un altro elemento formativo ci accompagna da quando siamo nati: l’esperienza. Non sempre, quando abbiamo sperimentato una competenza nuova è andato proprio tutto secondo le nostre aspettative; quei fallimenti, ma anche i successi, ci hanno insegnato i comportamenti da ripetere e quelli da abbandonare.
Successivamente, sempre di più ci siamo affidati allo studio, attraverso il quale abbiamo potuto accumulare saperi e informazioni, indipendentemente dal fatto che ne potessimo fare esperienza diretta.
Quelle nozioni sono state accolte, processate, interpretate, interiorizzate e catalogate in vari “cassetti” della nostra mente. A mano a mano che le nostre facoltà intellettive e cognitive si ampliavano e diventavano sempre più sofisticate, abbiamo trovato il modo di mettere in relazione, in maniera sempre più raffinata, tutte le informazioni a nostra disposizione, e abbiamo ottenuto la capacità non solo di apprendere, ma di scegliere consapevolmente cosa apprendere, e con quale livello di profondità e di estensione.
E ora siamo quello che siamo, all’interno di un processo che è iniziato nel giorno della nostra nascita – in cui, per prima cosa, abbiamo imparato a respirare – e che ci accompagnerà fino alla fine, in cui perderemo proprio questa prima capacità acquisita.
Quindi, chiedersi se sia meglio imparare in un modo o in un altro, potrebbe rivelarsi un’inutile perdita di tempo.
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Il fascino dello studio
Studiare è una delle attività più affascinanti e preziose che, noi umani, a differenza di qualsiasi altro essere vivente, possiamo permetterci di fare.
Studiare permette di conoscere, di esplorare, di addentrarsi in ambiti, i più disparati, per uscirne sempre arricchiti, anche quando la complessità della materia ci restituisce la percezione di aver appreso nulla.
Studiare è utile di per sé, anche se studiassimo l’elenco del telefono (che non c’è più); è infatti un’attività che mette in moto tutta una serie di attività e potenzialità del nostro cervello che lo aiutano a rimanere sano e attivo.
Purtroppo, ora nelle scuole non fanno più studiare nulla a memoria, ciò vuol dire privare il nostro cervello di un allenamento importantissimo.
Studiare allena la memoria di breve periodo, ciò fa bene quando siamo giovani, perché ci permette di poterci affidare alla nostra “testa” per presentare un prodotto, fare un intervento pubblico, avere chiara la situazione di un cliente, andare al supermercato senza lista della spesa… allenare la memoria diventa poi un’attività preziosa e quasi indispensabile quando gli anni si accumulano e il nostro cervello ha bisogno di fare ancora più ginnastica per scongiurare malattie tremende e degenerative.
La leggerezza dell’esperienza
Vivere un’esperienza è un potentissimo acceleratore di apprendimento. Attraverso l’esperienza diretta si riesce a entrare nell’apprendimento con tutti i sensi che, in maniera naturale, aiutano il cervello a memorizzare e interpretare quello che sta accadendo. Le emozioni e le sensazioni costituiscono una colla potentissima che unisce indissolubilmente le informazioni che provengono dall’essere direttamente protagonisti di una situazione.
L’esperienza non aiuta soltanto la memorizzazione, interviene pesantemente anche nell’interpretazione di quanto avviene, permette di creare modelli, di confrontare risultati, di analizzare in modo consapevole, di valutare e di scegliere.
L’esperienza è leggera perché è qualcosa a cui ognuno di noi è abituato; l’esperienza non è altro che una parentesi di vita, e noi siamo abituati a vivere, lo facciamo da quando siamo nati; non è necessario prepararsi, o chiedersi se saremo all’altezza di fare un’esperienza. Ogni respiro che facciamo è un’esperienza.
Quando all’interno di un’iniziativa di formazione riusciamo a inserire momenti esperienziali, abbiamo la garanzia (non si tratta di un’opinione) che quell’iniziativa sarà sicuramente più efficace.
La varietà crea ricchezza
Pur con le considerazioni appena presentate, non si può dimenticare che ogni persona è diversa da un’altra; è quindi vero che ognuno di noi ha tempi e modalità di apprendimento che, pur rispettando i prinicipi di base, non sono esattamente identici.
Per questo motivo è importante che quando ci accostiamo a un momento formativo abbiamo la possibilità di ricevere stimoli il più diversificati possibile per poter rispondere a esigenze diverse.
Studio, confronto con gli altri, dibattiti, riflessioni e attività individuali, esperienze dirette, gioco, sfide. Tutto aiuta a rendere il più efficace possibile il momento formativo e a offrire le più alte opportunità di apprendimento e sviluppo. Questo vale sempre, anche e soprattutto in azienda, dove le persone hanno la necessità di essere in un percorso formativo continuo per potersi confrontare efficacemente con situazioni e contesti in continuo divenire.
Se vuoi informazioni su come Pergo accompagna il percorso formativo delle persone in azienda puoi contattarci Contatti. Sarà per noi un piacere confrontarci sulle tue esigenze e iniziare insieme un progetto di crescita.
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