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È proprio una tradizione legata indissolubilmente con i giorni che precedono e seguono il Capodanno: fare buoni propositi, scrivere desideri, porsi nuovi obbiettivi.

Ci sentiamo bene, entusiasti, quasi emozionati, nel momento in cui pensiamo a quello che vogliamo raggiungere; tuttavia, queste attività, se fatte senza consapevolezza, rischiano di ridursi a qualcosa di confuso e indefinito che, talvolta, lascia uno strano senso di frustrazione e disorientamento.

Intanto, è importante fare una distinzione tra gli obiettivi, i desideri e i buoni propositi. Uno di questi vale più dell’altro? Qualcuno di questi è giusto e qualcun altro è sbagliato? No di certo.

Semplicemente, hanno caratteristiche diverse e, perciò, hanno funzioni diverse.

I buoni propositi si riferiscono soprattutto a modalità comportamentali che, di solito, possono sostenere degli obiettivi; ad esempio, leggere di più, o fare più attività fisica, o guardare meno la tv possono essere dei buoni propositi che potrebbero diventare modalità di comportamento utili per raggiungere uno o più obiettivi che ci siamo prefissati di raggiungere, come dimagrire, o smettere di fumare, o superare una selezione per un avanzamento di carriera.

L’obiettivo, come è già emerso dalle righe precedenti, è un risultato specifico, misurabile. Non fa riferimento a un’azione, le azioni rappresentano ciò che è necessario fare, o implementare, per raggiungere l’obbiettivo.

L’obbiettivo, per essere definito tale, deve portarci a metterci alla prova su qualcosa di sfidante, qualcosa che, pur essendo oggettivamente raggiungibile, ci porti a crescere come persone, e perciò a superare chi siamo ora.

Un’altra caratteristica fondamentale dell’obbiettivo è la scadenza. Oltre a essere misurabile – per poter facilmente stabilire se è stato raggiunto oppure no – deve avere una tempificazione, altrimenti si perde il senso della sfida. Se dico che voglio laurearmi, ma non indico una data, quando avrò novant’anni e ancora sarò iscritto all’università, non sono costretto ad ammettere di aver fallito l’obbiettivo.

I desideri, invece, sono una categoria a parte. I desideri sono liberi e svincolati da ogni regola. Possiamo desiderare anche ciò che può sembrare impossibile, non dobbiamo rispettare il fatto che debbano avere una scadenza o che il loro raggiungimento sia per forza misurabile. Desiderare è una delle più gioiose attività che possiamo permetterci di fare in qualsiasi momento della nostra vita, indipendentemente dalle nostre condizioni attuali.

Desiderare aiuta non solo a ritagliarci qualche minuto lontano da pensieri e preoccupazioni per immaginare ciò che vorremmo essere, fare o avere; desiderare può diventare uno strumento molto potente per capire cosa vogliamo veramente dalla e nella nostra vita, per poter quindi definire i nostri veri obbiettivi, quelli importanti per noi, e non il risultato degli interessi o delle aspettative di altri.

Quindi, nella notte di San Silvestro, non pensiamo agli obbiettivi, divertiamoci a desiderare. Gli obbiettivi arriveranno subito dopo, e saranno perfetti!

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