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Pergo

Adelante CarrozzaArticolo blog corporate.jpg - Consulenza Aziendale

“Vai avanti, Pedro, con giudizio, se puoi”.

Questa è la celeberrima frase che Alessandro Manzoni fa pronunciare al Gran Cancelliere di Milano, Antonio Ferrer, che si rivolge al cocchiere mentre la carrozza cerca di farsi largo tra la folla del popolo in tumulto per la carestia esplosa dopo l’epidemia di peste.

Partiamo proprio da queste poche parole per fare una riflessione su quando vale la pena di decidere velocemente, e anche sul significato che possiamo attribuire alla parola “velocemente”.

Partiamo dalla carrozza

Nel famoso passo tratto da “I Promessi Sposi” la situazione descritta dall’autore si svolge in carrozza. Fermiamoci qui.

Georges Ivanovič Gurdjieff fu un filosofo, uno scrittore, uno studioso della spiritualità e un musicista di origine greco-armena. Visse tra il 1877 e il 1949, dividendosi tra la Turchia e la Francia.

Dei tanti contributi che lasciò all’umanità attraverso i suoi scritti, i suoi studi e le sue opere, c’è la famosa metafora della carrozza. Egli crea un parallelismo tra gli esseri umani e una carrozza.

Sostiene che il nostro corpo, cioè il nostro benessere fisico è importante quanto la perfetta manutenzione della carrozza; è molto difficile e pericoloso tentare qualsiasi attività, iniziare progetti, buttarsi a capofitto in un’impresa se e quando le nostre condizioni fisiche non ce lo permettono. Non è per nulla sicuro mettersi in viaggio usando una carrozza sgangherata.

La carrozza da sola, però, è poco utile, se non per fare bella mostra di sé. Affinché una carrozza possa apportare veramente del valore, è necessario che sia guidata in modo da trasportare i passeggeri da un posto ad un altro.

Ecco quindi che è necessario che qualcuno governi la carrozza: il cocchiere, che altri non è che il cervello. È attraverso i nostri pensieri, le nostre idee, la nostra capacità di organizzare, pianificare e decidere che guidiamo le nostre azioni verso il raggiungimento delle nostre mete.

Ma, il buon Pedro manzoniano dove avrebbe potuto portare il Gran Cancelliere se alla carrozza non fossero stati attaccati dei cavalli?

Ecco quindi, sostiene Gurdjieff, che il solo pensiero non è sufficiente. Sono indispensabili le emozioni, i nostri cavalli. È attraverso le emozioni che tutti noi troviamo le energie e la spinta vitale a muoverci. Il solo pensiero astratto, come capita quando ci perdiamo a teorizzare, a sognare, a immaginare, a desiderare, a supporre, e così via, non si concretizza in un’azione finalizzata fino a quando non viene trainato da un’emozione.

Ma l’elemento più importante della metafora è proprio il passeggero. Chi fornisce al cocchiere le indicazioni su dove e come muoversi in mezzo alla folla turbolenta? Il Gran Cancelliere, colui a favore del quale la carrozza si sta muovendo. Il passeggero è la nostra anima, il nostro cuore; ciò che nel profondo noi vogliamo raggiungere.

Se guidiamo la nostra carrozza soltanto sulla base dei pensieri e delle emozioni, il rischio è di arrivare dove non ci interessa arrivare, o di farlo “senza giudizio”, muovendoci in modo scomposto, rischiando di far male a noi stessi e a chi è intorno a noi.

Ecco perché non ci può essere una sola velocità nel percorrere il sentiero della nostra vita.

Con giudizio

In quel “con giudizio” possiamo sintetizzare tutta la capacità di analisi, di valutazione, di lettura del contesto, di empatia, di libero arbitrio a cui possiamo e dobbiamo fare ricorso quando stiamo per prendere una decisione importante per noi o per gli altri (o per entrambi).

Non stiamo dicendo che bisogna avere paura e rimanere timorosamente all’interno della nostra zona di comfort, ma non è neppure una soluzione procedere sempre e comunque con la superficiale spavalderia che può connotare le scelte di un bambino poco responsabile.

Essere capi non significa dare ordini e imporre il proprio volere, significa avere sulle proprie spalle il peso della responsabilità di gruppi  di persone, di intere aziende, talvolta. Una scelta avventata può avere ripercussioni su altri, sul team, addirittura sul tessuto sociale di cui facciamo parte. Non possiamo mai permetterci di non verificare che i nostri pensieri, le nostre emozioni e il nostro sentire più profondo siano allineati.

Freno e acceleratore

Come abbiamo già detto, non c’è una regola che vale per tutte le situazioni. Quando le decisioni coinvolgono soltanto la nostra vita, forse possiamo permetterci di essere un po’ più ardimentosi, pur senza mai perdere la ragione (ricordiamoci che il passeggero è fondamentale, ma anche il cocchiere è importante). Quando dobbiamo decidere per altri, o comunque le conseguenze delle nostre decisioni ricadono anche su altri, forse vale la pena di analizzare tutti gli elementi della questione con ancora maggiore attenzione. Ciò vale anche, e a maggior ragione, quando dobbiamo decidere direttamente sul destino di altre persone, come nel caso di assunzioni, sanzioni, licenziamenti, premi, avanzamenti di carriera e via dicendo.

Mai lasciare il volante

In ogni caso, se siamo leader, non possiamo rinunciare alla decisione. Anche se non decidiamo, di fatto, stiamo decidendo di non decidere e, in ogni caso, la responsabilità di quanto succederà sarà in carico a noi.

Se siamo alla guida del nostro team, non possiamo permettere che questo vada avanti per forza di inerzia, perciò… “Adelante, Pedro, con juicio, si puedes”.

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