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L’espressione “flussi di cassa” spesso sostituita dall’espressione inglese “cash flow” indica i movimenti di denaro in entrata ed in uscita, in un determinato periodo di tempo: mese, trimestre, semestre, anno, ecc.

I flussi di cassa sono i principali indicatori dello stato di salute di un’impresa: infatti proprio a causa di flussi di cassa troppo deboli o poco regolari, un’impresa rischia di andare in crisi in poco tempo!

Ecco la ragione principale per cui un imprenditore, consapevole, deve presidiare costantemente questi movimenti di denaro, avendo sempre come punto di riferimento la previsione delle entrate ed uscite monetarie almeno dei successivi tre/sei mesi.

Conoscere per tempo quando si potrebbero verificare gli squilibri finanziari dovuti ad uscite monetarie troppo alte ed incassi bassi, permette di ricorrere ai ripari tenendo conto che il tempo, in questo caso, diventa un prezioso alleato.

In questo articolo, sulla base dell’esperienza, provo a segnalare alcune diffuse cause di illiquidità, cioè di mancanza di denaro, che possono manifestarsi e come sia possibile intervenire per prevenirle.

Gestire la contabilità

Capita, spesso, di incontrare imprenditori sfiduciati perché: “ si lavora tantissimo eppure i guadagni sono sempre molto miseri” …

…questo succede anche perché molti imprenditori trascurano l’aggiornamento e l’organizzazione della contabilità!

Essendo troppo impegnati a gestire le attività produttive della loro azienda, non badano bene a questa parte del lavoro, ritenendo che riguardi solo l’attività del commercialista e di conseguenza, ad esempio, non tengono un elenco accurato dei pagamenti ricevuti e di quelli insoluti, rimandano l’emissione di alcune fatture … fino a dimenticarsene del tutto (!) …a quanti è capitato?!!

Bisogna fare attenzione, perché trascurare gli aspetti amministrativi, contabili e fiscali della propria attività può determinare situazioni, potenzialmente, pericolose.

Il consiglio è quello di controllare la parte documentale, in base alla complessità della propria attività, dedicando una o due mezze / giornate alla settimana se si è da soli: in questi casi può bastare un semplice foglio di Excel.

In alternativa, nel caso di imprese più grandi, assumendo qualcuno che se ne occupi per il tempo strettamente necessario, fino ad arrivare ad aziende più complesse, che possono avvalersi di software, non troppo costosi, che permettono di mantenere la contabilità ordinata e aggiornata.

Presidiare con sistematicità queste informazioni, consentirà di comprendere e monitorare più agevolmente i flussi di cassa dell’impresa mettendola a riparo dai rischi finanziari.

I crediti inesigibili

I crediti inesigibili sono importi dovuti che non possono essere pagati dal debitore.

Per un’impresa piccola oppure per un professionista possono costituire un serio problema quindi bisogna impostare una politica aziendale per tutelarsi da questo rischio.

Si tratta in termini, più semplici, di stabilire una serie di regole da comunicare ai potenziali clienti prima di iniziare un rapporto con loro.

La chiarezza iniziale paga sempre ed è sinonimo di serietà.

Una volta avviato un rapporto di lavoro, difficilmente sarà possibile cambiare le regole “in corsa” anche perché si correrebbe il rischio di apparire scorretti e comunque poco seri.

Quando arrivano i primi segnali di sofferenza nei pagamenti, l’importante è agire tempestivamente.

Lasciando, infatti, che il credito si accumuli, raggiungendo importi sempre maggiori, il rischio che diventi inesigibile aumenta esponenzialmente.

Si possono adottare formule standard semplici che prevedano, ad esempio, l’invio di una mail di sollecito, un “reminder” del pagamento dovuto: queste azioni hanno il vantaggio iniziale di non essere invasive ma nel contempo di far presente al cliente che il ritardo nei pagamenti viene controllato.

Se il problema persiste, si devono prevedere provvedimenti più incisivi come le telefonate di sollecito o stabilire se la fornitura dei servizi o prodotti vada rallentata o rivista cercando sempre di mantenere un dialogo con il cliente dato che i problemi di illiquidità possono manifestarsi in tutte le aziende e possono anche essere solo transitori.

È chiaro che l’attenzione verso queste situazioni critiche deve essere “automatizzata” e gestita con buon senso.

E’ possibile agire in queste situazioni con modalità differenti, l’importante, specialmente per la piccola impresa oppure il professionista, è che non sfuggano di mano oppure che non si controllino abbastanza.

Mancanza di profitto

Se l’attività economica non genera profitto la mancanza di liquidità diventa inevitabile.

Le imprese che possono attingere a riserve di denaro (ottenute accantonando precedenti profitti) oppure a qualche finanziamento possono sopravvivere per un po’ ma nel ungo termine le perdite avranno comunque il sopravvento.

Se l’impresa è in perdita, bisogna individuare le cause determinanti ed affrontarle il prima possibile.

Gestire le spese con maggiore accuratezza, adeguare i prezzi all’occorrenza, programmare una politica di promozione e vendita più incisiva, ad esempio, possono migliorare situazioni di questo genere.

La premessa però è legata alla conoscenza dei numeri.

Bisogna sapere quali sono quelli che “non girano” nel modo corretto e di conseguenza decidere cosa fare per renderli più profittevoli.

Mai fare il passo più lungo della gamba!

Ogni imprenditore e professionista desidera aumentare il proprio business.

Sta nelle cose.

Espandere la propria attività però può comportare dei rischi se i conti non vengono fatti bene.

Spesso, infatti, una crescita troppo rapida può generare problemi di liquidità che possono danneggiare l’intera impresa.

Il più delle volte quando si cerca di aumentare il proprio business si devono sostenere dei costi iniziali anche importanti (specie se collegati all’acquisto di impianti macchinari, ecc. ) che finiscono con il generare i primi incassi solo dopo diversi mesi portando l’impresa, di conseguenza, ad indebitarsi in banca, nel frattempo, per fare fronte alla situazione di temporanea emergenza.

Nulla di male s’intende a patto che i conti siano stati fatti bene nel momento in cui si è analizzato il progetto di crescita e che le attività successive si siano svolte così come previsto o comunque in modo finanziariamente sostenibile.

Nelle piccole e medie imprese si trovano talvolta scenari del genere.

Il punto dolente è che, capita, che non vengano riconosciuti per tempo, ed è così che iniziano a manifestarsi i primi problemi seri.

Per concludere, prevedere i flussi di cassa di un’azienda è fondamentale.

L’obiettivo è sapere in quale periodo dell’anno potrà verificarsi un deficit di liquidità e quando invece un surplus. Ottenere quindi un quadro dettagliato di quanto l’impresa dovrebbe guadagnare per rimanere in attivo.

Confrontando la situazione del momento con quella ipotizzata durante la fase della previsione dei flussi di cassa, sarà possibile ottenere molti dati interessanti e, in caso di disallineamenti pericolosi, prendere per tempo le relative misure correttive.

Presidiare i flussi di cassa con sistematicità, aggiornare le previsioni in modo da renderle sempre più realistiche ed accurate, costituisce una importante pratica per aiutare l’imprenditore ed il professionista ad assumere decisioni importanti per la vita duratura della propria attività economica.

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